Continuiamo la nostra intervista con l'ingegner Nigro pubblicandone la seconda parte.
Possiamo dedurre che il vostro obiettivo è di colmare un gap. E’ corretto dire che vi aspettate avere un risultato positivo anche sul tessuto industriale e occupazionale del Paese?
La finalità ultima dell'Associazione è votata al maggior impiego nel nostro Paese di impianti antincendio automatici ad acqua per avvicinarci a quello che oggi succede in Francia, Germania, ma anche con la Spagna. Siamo molto lontani dai numeri che esistono in altri paesi industriali tipo il nostro.
È un obiettivo con un vantaggio, cioè quello che condividono tutti quelli che fanno questo mestiere: fare qualcosa di bene. Alla fine, noi cerchiamo di spegnere un eventuale incendio e questo è un'azione positiva. Azione positiva duplice, dato che incrementa l'industria del settore con più persone che progettano, installano, vendono ed eseguono manutenzioni. Si spera inoltre di avere meno danni. I danni da incendio rimangono un po' trascurati e se il rogo non fa una vittima non ne parla nessuno.
È prioritario sapere se c'era installato un impianto e se quell'impianto ha funzionato. L'approccio anglosassone è un esempio guida per noi. Infatti, non si basa solo sulla “causa” dell’incendio, ma anche sulle motivazioni per cui “vi è stato un malfunzionamento”.
L’IFSN vuole «fungere da riferimento per vigili del fuoco, assicuratori e legislatori». Quali azioni immediate avete in programma per far sì che queste categorie riconoscano appieno l’efficacia dei sistemi sprinkler e water-mist?
Il 18.06.2025 è stato tenuto il primo convegno con presentazione ufficiale dell’Associazione, ma ne abbiamo già pianificato un altro nell'ambito del set di Expo per il 17 settembre, oltre a una campagna di eventi informativi, da distribuire anche via web in modo tale da poter raggiungere tutti.
Questa tecnologia è datata ormai due secoli e non è mai cambiata più di tanto, se non forse leggermente nelle dimensioni e nel colore.
Occorre una comunicazione che porti formazione e conoscenza. Ad esempio, gli sprinkler si aprono uno alla volta, non tutti insieme. Molti credono il contrario, diventando quindi reticenti nella scelta di questo sistema per timore dei danni collaterali. A tal motivo il primo convegno l'abbiamo chiamato “Torniamo a parlare di Sprinkler”, perché rari sono gli articoli di questa tecnologia sulle riviste di settore e scarsa la cultura. Eppure, è il sistema automatico di spegnimento degli incendi più diffuso al mondo.
Questi sono stati i miei pensieri, di Alan Brinson e Gianluigi Mussinelli alla base del progetto della IFSN.
Sempre il business plan parla dell’istituzione di un coordinatore dedicato, la nomina di un primo Consiglio Direttivo e una base associativa eterogenea (installatori, produttori, progettisti, assicuratori, ecc.). Come è stato fattibile selezionare queste figure di governance e garantire un equilibrio tra i diversi interessi degli associati?
Abbiamo già un modello, la EFSN europea, oltre a dieci o undici associazioni nazionali che hanno ripetuto lo schema. Nel consiglio direttivo siamo attualmente cinque e nel comitato tecnico ci sono più di dieci persone che partecipano.
Vi sono dei criteri di ammissione e qualifica in definizione e puntiamo ad accogliere tutti coloro i quali possono avere un interesse per il progetto. La cosa che ci preme di più è poter dire che siamo un'associazione rappresentativa di un gruppo di aziende altamente qualificate.