Siamo a fine ottobre e ormai si avvicina il momento dello sprint finale. È quel periodo dell'anno dove inizia a salire l'ansia per le cose ancora da completare, dove deve iniziare un gioco di relativizzazione o ricerca della soluzione verso tutti quei clienti che hanno una "urgenza incredibile". La coperta è corta da tutte le parti, e la cosa che più si soffre è la mancanza di personale. Tuttavia, la visione per obiettivi, il supportarsi a vicenda e il gioco di squadra possono aiutarci a proseguire nonostante lo stress, raggiungere buoni risultati e, ancora una volta, festeggiare per bene a fine anno.
Nel contempo, qualcuno ha iniziato a indicare una data precisa, il 3 novembre, come l'inizio di una terza guerra mondiale che partirebbe con un "click". Per carità, non vogliamo assolutamente creare allarmismi o appoggiare una teoria, ma è sicuramente interessante notare attraverso quali strumenti il tutto dovrebbe cominciare: tramite un attacco hacker. Un dettaglio che ci riporta prepotentemente alla centralità della tecnologia digitale nelle nostre vite e nelle nostre imprese, con tutte le opportunità e i rischi che questo comporta.
Come ha evidenziato l'ing. Paolo Pesenti, nostro CIO, in un suo recente articolo "Innovazione digitale e settore antincendio: una sinergia fattibile", "nei prossimi tre anni le tecnologie che trasformeranno il settore IT saranno l'intelligenza artificiale, il machine learning, la cybersicurezza avanzata, il cloud ibrido e multi-cloud, l'automazione e l'orchestrazione IT dei processi". Parole non comprensibili ai più, forse, ma che racchiudono sicuramente un forte potenziale che, nella sua evoluzione, ha permesso ad aziende di cambiare, modificarsi, evolversi o, per contro, di scomparire.
La storia recente ce lo dimostra chiaramente. Nokia, Motorola, BlackBerry: giganti tecnologici che sembravano inattaccabili sono stati spazzati via per non aver saputo evolvere abbastanza rapidamente. Come ammise lo stesso CEO di Nokia durante la vendita dell'azienda: "Non siamo stati sufficientemente lungimiranti". Una lezione che risuona potente in tutti i settori industriali. E poi è arrivata la pandemia, che ha dato una spinta senza precedenti all'evoluzione digitale, accelerando in pochi mesi processi che avrebbero richiesto anni. Le videocall sono diventate quotidianità, lo smart working una necessità, l'e-commerce l'unica ancora di salvezza per molte attività.
In Mozzanica siamo i primi a riconoscere l'importanza di questi strumenti digitali e infatti abbiamo investito in numerosi progetti nel tempo: dal primo gestionale in DOS del 1989, ai palmari nel 2011, passando per i tablet e il telelavoro nel 2015, fino all'introduzione di See.it e Tag.it nel 2017 per il monitoraggio remoto dei sistemi antincendio. Nel 2020 abbiamo reso operativo Check.it, una piattaforma completa per la gestione delle manutenzioni. Nel 2023 abbiamo sviluppato e stiamo brevettando il nostro sistema ORS per la prevenzione incendi tramite termocamere. Oggi stiamo studiando come l'intelligenza artificiale possa migliorare ulteriormente i nostri processi produttivi.
Tuttavia, siamo anche fermamente convinti che tutto deve essere preso nella dovuta maniera. Il fattore umano non deve mai essere dimenticato. Non è possibile accettare passivamente persone perennemente connesse con smartphone che sembrano automi, interfacce grafiche che stanno limando i rapporti umani tra colleghi, clienti e fornitori, bambini che crescono scrollando touch screen invece di sviluppare relazioni reali.
Michael Crichton, nei suoi romanzi visionari, ci aveva avvertiti di questi rischi. Come in "Westworld", "Il terminale uomo" o "Jurassic Park", si rischia che questa tecnologia sfugga di mano, che quanto viene presentato come "l'ultima innovazione" diventi incontrollabile. Non solo: l'uso acritico dell'intelligenza artificiale può portare al preoccupante fattore di limitare, in particolare nei più giovani, capacità di analisi, curiosità, senso critico. Quando uno studente delega completamente alla macchina la scrittura di un tema o la risoluzione di un problema, non sta imparando, sta rinunciando a pensare.
Come fatto in passato, Mozzanica continua e continuerà a investire nella tecnologia, anche perché è lo stesso settore antincendio che lo richiede con sempre maggiore insistenza. I nostri clienti del settore logistico, ad esempio, si stanno strutturando sempre più con magazzini intensivi completamente automatizzati, dotati di sistemi di traslo robotizzati con radar, computer vision o sensori avanzati, capaci di riconoscere i prodotti, svolgere operazioni di carico e scarico da camion, scaffali e carrelli elevatori, gestire autonomamente il posizionamento delle unità negli scaffali.
Per queste realtà complesse, Mozzanica è in grado di realizzare sistemi di protezione antincendio chiavi in mano: dalla progettazione della stazione di pompaggio alla riserva idrica, dai sistemi sprinkler calibrati sulle specifiche esigenze fino alla rete idranti strategicamente posizionata. Ogni elemento viene studiato e integrato in un sistema di protezione globale che può essere completamente remotizzato e monitorato a distanza grazie proprio alle tecnologie digitali a nostra disposizione. Il nostro sistema ORS, in particolare, permette un monitoraggio termico preventivo che può segnalare anomalie prima ancora che si sviluppi un principio di incendio.
Questa capacità di offrire soluzioni tecnologicamente avanzate è frutto degli investimenti che abbiamo fatto nel tempo, della lungimiranza che ci ha sempre caratterizzati. Ma ogni innovazione che introduciamo passa attraverso un filtro fondamentale: migliora davvero la sicurezza delle persone? Rende il lavoro dei nostri tecnici più efficace senza alienarli? Permette ai nostri clienti di operare in ambienti più sicuri?
Come sottolineava ancora l'ing. Pesenti, "il cambiamento tecnologico è prima di tutto un cambiamento culturale". Le persone vanno accompagnate, formate, rese consapevoli che la tecnologia è un fattore abilitante, non un vincolo. Questo approccio richiede tempo, pazienza, investimenti in formazione continua a tutti i livelli aziendali. Ma è l'unico modo per far sì che l'innovazione sia davvero sostenibile e non si trasformi in una corsa cieca verso il nuovo fine a se stesso.
Mozzanica è altresì convinta che il "cambiamento" sia un processo molto positivo. A volte può spaventare o portare a scelte obbligate che non piacciono, tuttavia è proprio grazie a quello che ambiti come le tecnologie permettono di compiere importanti passi avanti alle imprese. In un settore delicato come il nostro, dove la posta in gioco è la sicurezza delle persone, questo significa poter offrire sistemi sempre più affidabili, tempi di intervento più rapidi, capacità di prevenzione più sofisticate.
Vogliamo procedere su questa strada di investimenti tecnologici, ma sempre con responsabilità e ricordando al nostro interno quanto sia importante il fattore umano. Perché dietro ogni sensore, ogni algoritmo, ogni sistema automatizzato ci sono persone: i nostri tecnici che lavorano sul campo, i nostri ingegneri che progettano le soluzioni, i nostri clienti che devono poter contare su sistemi affidabili, e soprattutto tutte quelle persone che ogni giorno frequentano gli ambienti che noi proteggiamo.
L'equilibrio tra innovazione digitale, evoluzione aziendale e responsabilità sociale non è semplice da mantenere. Richiede visione strategica, investimenti costanti, ma anche la capacità di fermarsi a riflettere, di non inseguire acriticamente ogni novità solo perché è "all'avanguardia". Nel nostro settore, la seconda possibilità spesso non esiste. Per questo continueremo a innovare, ma sempre "con criterio", come recita la nostra filosofia aziendale da oltre quarant'anni.