L'era dell'innovazione digitale sta ridefinendo il panorama aziendale globale, spingendo le imprese a una trasformazione senza precedenti.
Con l'adozione accelerata di tecnologie come l'intelligenza artificiale, il cloud computing e l'Internet delle cose (IoT), le organizzazioni si trovano di fronte a immense opportunità di crescita e ottimizzazione.
Tuttavia, questa rapida evoluzione porta con sé sfide complesse, soprattutto nel campo della sicurezza dei dati. I dati tendenziali mostrano una crescita esponenziale degli attacchi informatici e delle violazioni della privacy, rendendo la protezione delle informazioni non più un semplice costo operativo, ma un pilastro strategico per la sostenibilità e la fiducia aziendale.
Le aziende che riescono a integrare efficacemente l'innovazione digitale con una robusta strategia di cybersecurity non solo minimizzano i rischi, ma ottengono un vantaggio competitivo significativo, proteggendo la reputazione, la continuità operativa e, in ultima analisi, il valore del proprio business in un mercato sempre più interconnesso e vulnerabile.
Intervistiamo a questo proposito l'Ing. Paolo Pesenti, IT Manager Mozzanica, per approfondire il tema.
Buongiorno Ing. Pesenti, iniziamo subito con la prima domanda: quali tecnologie trasformeranno il settore IT nei prossimi tre anni?
Nei prossimi tre anni le tecnologie che trasformeranno sicuramente il settore dell’IT saranno:
- l’intelligenza artificiale;
- il machine learning;
- la cybersicurezza avanzata (che utilizzerà tecniche di intelligenza artificiale);
- il cloud ibrido;
- il multicloud;
- l’automazione e l’orchestrazione IT dei processi;
- l’edge computing;
- e l’Internet delle cose.
Come si bilanciano sicurezza dei dati e innovazione?
Bilanciare la sicurezza dei dati e l’innovazione è sicuramente una delle sfide più importanti da gestire come IT manager oggi.
Lo scopo è proprio quello di trovare un equilibrio dinamico tra sicurezza e innovazione.
Cosa significa, in sostanza?
Questo cosa significa, sostanzialmente? Significa una governance integrata, un risk management proattivo e soprattutto un approccio risk based nella gestione dell’IT.
L’adozione di architetture Zero Trust e una formazione continua che coinvolga tutti i livelli aziendali sono elementi fondamentali.
Quali metriche utilizzate per valutare l’impatto dell’IT?
Le metriche che valutiamo per misurare l’impatto IT vanno oltre le metriche tradizionali del mondo IT.
Bisogna misurare anche il valore generato per il business.
Quindi parliamo di:
- metriche di efficienza ed economiche;
- metriche di performance e disponibilità degli ambienti;
- metriche di sicurezza (tema quantomai attuale);
- metriche di innovazione e trasformazione digitale;
- metriche di supporto al business.
Questo perché, ripeto, non utilizziamo le metriche singolarmente, ma un mix che le integra e rende il sistema molto più robusto anche dal punto di vista informativo.
Come si gestisce la resistenza al cambiamento tecnologico?
Gestire la resistenza al cambiamento non è semplice, soprattutto quando la tecnologia impatta su abitudini consolidate e stratificate. Non basta semplicemente installare una nuova soluzione o adottare una nuova tecnologia: occorre accompagnare le persone, i colleghi, nel cambiamento.
Ed è una sfida cruciale che affrontiamo ogni giorno.
È soprattutto un processo continuo: una volta che la tecnologia viene rilasciata, inizia una fase di ascolto delle persone, di affinamento del processo e di miglioramento costante.
Perché, dal mio punto di vista, il cambiamento tecnologico è prima di tutto un cambiamento culturale.
Le persone vanno accompagnate e guidate, aiutandole a vedere la tecnologia come un fattore abilitante, non come un vincolo nelle attività quotidiane.
La tecnologia è e deve essere ciò che lancia l’azienda verso il futuro.