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Il founder del brand Pagani (supercar): creare un prodotto eccellente dipende da quanto ogni membro conosce nel dettaglio il suo ruolo e si sente parte di un progetto corale.

 

Quando si parla di comunicazione in azienda spesso si tende a pensare a qualcosa di semplice, quasi scontato: parlare, scambiare informazioni. Ma comunicare non è solo trasmettere un messaggio da un soggetto a un altro. La comunicazione è un insieme complesso di segnali, interpretazioni, feedback e condivisione che, soprattutto in un contesto organizzativo, diventa il tessuto connettivo che innerva le relazioni tra persone, reparti e processi. E favorisce lo scambio di conoscenze e competenze.

 

Cosa significa comunicare in azienda

 

Comunicare dentro una società non è solo “parlarsi”. È costruire una rete di dialogo che supera differenze di ruolo, mansione, cultura lavorativa, per fare convergere energie e competenze verso un obiettivo comune: il benessere e la crescita dell’azienda stessa.
È importante acquisire la consapevolezza che,  in ogni azienda, ciascuno ha un proprio punto di vista, competenze specifiche, responsabilità diverse. Per questo la comunicazione deve essere chiara, condivisa, ma anche strutturata in flussi precisi, ben definiti e comprensibili a tutti.
Solo così si evita che le divergenze di opinione determinate da non completa conoscenza del processo o, peggio, del prodotto, diventino conflitti che possono trasformarsi in elementi che alimentano fazioni contrapposte, che quindi il lavoro ne risenta e diventi caotico e poco produttivo.


Lavorare in team: cosa significa davvero

 

“Quelli che da tre anni fanno un lavoro d'equipe convinti d'essere stati assunti da un'altra ditta, oh yes!” è una delle frasi inserite nel testo di “Quelli che”, brano scritto dal giornalista e ineguagliabile autore di reportage tragi-comici Beppe Viola nel 1975 e interpretato da Enzo Jannacci che ne curò la parte musicale.
Con un sorriso, può aiutare a sgombrare il campo da interpretazioni fuorvianti. Lavorare in equipe, lavorare in team, “fare squadra”.
Quando si parla di un’azienda che “lavora in team” si immaginano persone che si confrontano in un clima di amicizia e armonia totale, un luogo immaginario in cui le decisioni sono sempre condivise e gli attriti quasi inesistenti. La realtà è diversa.
Lavorare in team significa soprattutto instaurare una cultura del confronto e del dialogo condivisa da tutti, soprattutto da chi occupa posizioni di vertice i dirigenti.
In questo quadro, le diverse opinioni sono ascoltate e valorizzate; i ruoli sono chiari, definiti e condivisi; il processo lavorativo segue linee guida scritte, conosciute e condivise da tutti; la comunicazione è trasparente e tempestiva, con feedback continui e costruttivi.
Questo approccio previene molti problemi e rallentamenti che una cattiva comunicazione porta con sé, come confusione, errori, fraintendimenti e, alla fine, spiacevoli perdite economiche causate da minore produttività.

 

L’esempio di Pagani Automobili

 

Un caso emblematico che mostra l’efficacia di una comunicazione interna ben strutturata è Pagani Automobili, la celebre casa italiana di supercar di San Cesario sul Panaro (MO).
Horacio Pagani, di origini argentine, ha più volte sottolineato come il successo dell’azienda derivi dalla partecipazione attiva di ogni dipendente nella creazione di ogni singola vettura. Questo livello di collaborazione non è frutto del caso, ma di un dialogo continuo, di flussi di lavoro chiari e della consapevolezza delle proprie responsabilità. Nelle sue interviste, Pagani evidenzia che creare un prodotto unico ed eccellente è possibile solo se ogni membro conosce nel dettaglio il proprio ruolo e si sente parte di un progetto condiviso, in cui la comunicazione tra reparti è fluida e costante.

 

Se la comunicazione non funziona

 

Quando i flussi di lavoro non sono chiari o le mansioni mal distribuite, si aprono le porte a una comunicazione distorta e conflittuale. Si creano “fazioni” interne che si affrontano quotidianamente e producono rallentamenti nei processi e nelle decisioni; confusione e perdita di responsabilità; errori evitabili e scelte sbagliate dovute a informazioni errate o incomplete; insoddisfazione crescente tra i dipendenti e, in ultima analisi, tra i clienti.
Tutte pericolose criticità in grado di compromettere la crescita dell’impresa e, nel peggiore dei casi, portare al fallimento dell’azienda.

 

Mozzanica: la comunicazione come marchio di fabbrica

 

La storia di Mozzanica è un esempio virtuoso di quanto la comunicazione interna possa fare la differenza. Natale Mozzanica, fondando l’azienda dopo un’esperienza difficile in un’altra realtà, si pose fin da subito come obiettivo quello di non ripetere gli stessi errori: puntare su una comunicazione chiara, su flussi di lavoro precisi e sulla supervisione continua degli incarichi. Questo approccio divenne il “marchio di fabbrica” di Mozzanica: un metodo di lavoro basato sulla collaborazione efficace e sulla responsabilità condivisa, che ha permesso all’azienda di crescere e affermarsi nei decenni.

 

Nel 2014, con l’ingresso di Jordan Mozzanica come Quality Manager, questo sistema ha iniziato a evolversi ulteriormente con l’introduzione di “Specifiche operative” e “Istruzioni di lavoro” pensate non come vincoli rigidi, ma come strumenti per migliorare la collaborazione e i processi.
Parallelamente, Stacey Mozzanica, in qualità di HR Manager, ha promosso iniziative di coaching interno per rafforzare i rapporti tra i dipendenti e favorire un dialogo costruttivo e fluido tra i vari reparti. Anche i singoli dirigenti hanno contribuito creando flussi di lavoro ben definiti, rafforzando così la cultura aziendale fondata sul dialogo e la chiarezza.

 

La scelta delle persone: investire nel team giusto

 

Un altro elemento chiave è la selezione attenta dei collaboratori: “Scegliamo persone che sappiano lavorare in gruppo e che stimolino il confronto. Non cerchiamo servilismo, ma collaboratori capaci di completare e arricchire la leadership”, afferma Stacey.
Per ottenere questo, “è fondamentale dedicare tempo alla selezione, fare più colloqui e valutare non solo le competenze tecniche, ma anche le abilità trasversali e il carattere del candidato. Solo così si costruisce un gruppo coeso e motivato.”

 

Guardare avanti: comunicazione al centro per il futuro di Mozzanica

 

A quasi quarant’anni dalla sua fondazione, con la famiglia Mozzanica alla guida dell’azienda, la volontà è di proseguire e migliorare ulteriormente questo modello di comunicazione interna. Nuovi flussi e strumenti saranno messi in campo per garantire che la comunicazione tra reparti rimanga il fulcro delle attività aziendali, elemento imprescindibile per affrontare con successo i prossimi obiettivi e sfide del mercato. l

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