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Un servizio antincendio con l’elevata affidabilità richiesta dalle normative implica importanti investimenti in struttura, personale, training, gestione operativa, licenze e certificazioni.

 

Lo sa bene Mozzanica, che ha attivato una centrale operativa UNI CEI 50518, combinata con una tecnologia di monitoraggio basata sull’IoT.

Conoscete tutti la favola di Esopo che narra di quel giovane pastore che per burlarsi degli amici urlava, immotivatamente, “Al lupo! Al lupo!”.

E sapete anche come è andata a finire. Questa favola, sempre attuale, ci dice qualcosa che generazioni di linguisti, matematici e antropologi hanno approfondito alimentando quella che è oggi nota come teoria della comunicazione. La comunicazione prevede che esista un mittente, un destinatario, un messaggio che diventa un segnale, il quale viaggia su un canale e che, una volta ricevuto, va decodificato affinché diventi comprensibile.

Tutti questi elementi contribuiscono al successo o meno della comunicazione.

Nel caso del pastorello burlone il problema stava nel mittente ma, una volta arrivato davvero il lupo, la criticità si è spostata sulle procedure di verifica del falso allarme che gli amici, comprensibilmente non più disposti ad essere canzonati, non avevano a disposizione. E se non ci fosse stato nessuno ad ascoltare le grida di allarme? E se il rumore delle fronde agitate dal vento o il tuonare di un temporale avessero coperto le urla del pastore?

Dai tempi di Esopo si è fatta molta strada, ma assicurarsi che un allarme sia efficace – ovvero non solo giunga, comprensibile, a destinazione ma attivi l’azione di protezione – è ancora una faccenda che impegna chi si occupa di riporto allarmi.

Per quanto riguarda gli impianti antincendio dotati di un sistema di riporto allarmi, da alcuni anni il legislatore ha stabilito dei chiari criteri.

In tutti i casi in cui la centrale non sia sotto costante controllo da parte del personale addetto, deve essere previsto un sistema di trasmissione tramite il quale gli allarmi di incendio e di guasto e la segnalazione di fuori servizio (si vede che il legislatore conosceva la favola di Esopo) siano trasferiti ad una o più centrali di ricezione allarmi e intervento in luoghi presidiati, dalle quali gli addetti possano dare inizio in ogni momento e con tempestività alle necessarie misure di intervento.

La tecnologia e soprattutto il mercato, pur rispondendo con un certo ritardo a questo stimolo, stanno finalmente offrendo delle soluzioni conformi. Questi impianti, per essere progettati a norma di legge, devono stabilire un collegamento, sette giorni su sette e 24 ore al giorno, tra gli impianti realizzati a norma UNI 9795, attraverso dispositivi certificati EN 54-21, ed una Centrale Operativa che rispetti i requisiti previsti dalla UNI CEI 50518, norma che si occupa di codificare gli elementi della struttura che quell’allarme riceve e le sue procedure operative per la gestione dello stesso.

Quando il legislatore interviene stabilendo degli obblighi di adeguamento tecnologico, questi derivano dal fatto che, per la collettività, i benefici nell’adottare uno standard di sicurezza più elevato superano i costi. Sebbene talvolta questa fiducia nella saggezza del legislatore sia messa a dura prova, non è il caso dell’adeguamento di cui stiamo trattando.

L’incendio è un costo per la collettività (per i danni che può provocare a terzi, per il costo di mantenere attivo un corpo dei Vigili del Fuoco ecc.) ma chiaramente un costo prima di tutto per chi ne è vittima.

Non stiamo ad elencare tutti i possibili danni diretti ai materiali, strutture e talvolta tragicamente alle persone ed indiretti, in termini di blocco della produzione che un’azienda può subire, perchè sono troppi e comunque clamorosamente evidenti. La probabilità di un incendio, poi, è molto meno trascurabile di quello che si pensi abitualmente.

Per questo la legge prevede severe conseguenze legali a livello amministrativo, nei confronti dell’azienda inadempiente, ma anche sul piano civile e penale nei confronti delle persone fisiche dei responsabili aziendali che non hanno provveduto ad adeguare i propri sistemi antincendio.

Per essere efficace un sistema di riporto allarmi deve garantire la trasmissione e ricezione del segnale e deve poter discriminare tra emergenze reali e falsi allarmi o guasti.

Il legislatore ha ritenuto non più conforme la comunicazione basata su ponte radio così come le soluzioni in cui un combinatore telefonico riporta l’allarme ad una postazione non efficacemente presidiata, in quanto tali configurazioni espongono l’azienda ad un livello di rischio non più tollerabile, considerata la tecnologia disponibile.

Progettare e realizzare impianti antincendio ad alte prestazioni, secondo norma UNI 9795, o gestire e manutenere combinatori certificati EN 5421 non è sempre così scontato, specie in aziende ad alto rischio, come possono essere quelle chimico-farmaceutiche.

Nonostante l’esperienza ormai pluridecennale di Mozzanica, questi contesti rimangono sfidanti. Spesso dobbiamo progettare sistemi che rendano le manutenzioni estremamente rapide per minimizzare l’impatto su ambienti sterili in cui andiamo ad operare.

Il personale va costantemente formato ed attrezzato per affrontare importanti rischi interferenziali (dalle atmosfere esplosive al rischio chimico e biologico) e rispettare i protocolli degli organi di vigilanza.

Se, quindi, non è scontato individuare un service antincendio in grado di operare con efficacia in questi contesti, disporre di un servizio di gestione allarmi e guasti 24h-7/7 con certificazione di struttura secondo la normativa UNI CEI 50518, che garantisce la disponibilità costante di un supporto operativo in caso di allarme, è decisamente più raro.

Detto così potrebbe non sembrare complicato ma garantire ai clienti un servizio con le elevatissime caratteristiche di affidabilità richieste dalle normative cogenti e con rischi di inefficienza quasi inesistenti richiede importanti investimenti in termini di struttura, di personale, di training, di gestione operativa, oltre che di licenze e certificazioni.

Dotarsi di una centrale operativa conforme a questi standard, più nello specifico, significa disporre di personale che garantisca la costante presenza e attenzione. Per avere sempre un operatore in grado di intervenire efficacemente si deve pensare ad una squadra su turni che sia in grado di coprire eventuali assenze temporanee, più o meno pianificate (banalmente dalla pausa pranzo alle ferie del personale passando per le temporanee assenze per espletare i bisogni fisiologici...).

È facile fare i conti, raggiungendo almeno una squadra di una decina di operatori; persone che debbono essere formate e la cui formazione va certificata. Così come una annuale certificazione è richiesta all’infrastruttura operativa; la Centrale Operativa deve disporre di server propri con sistema di backup, due o più sistemi di ricezione eventi separati, indipendenti e ridondanti a caldo, un centralino di backup indipendente e ridondante a caldo.

Tutto questo, in una centrale operativa certificata UNI CEI 50518 è posto all’interno di un bunker blindato, con un sistema controllo accessi con doppia porta di sicurezza, un generatore di emergenza esterno con garanzia di vitalità dell’intero sistema per almeno 24h oltre a gruppi di continuità esterni (attivabili automaticamente).

L’intero sito deve essere dotato di un sistema di aerazione e climatizzazione indipendente, un sistema di rilevazione tellurico, di rilevazione allagamento, di verifica ciclica della vitalità dell’operatore e deve essere mantenuta operativa una rete di manutenzione e intervento rapido sui sistemi della Centrale Operativa.

Inoltre ovviamente anche la centrale operativa deve disporre di un sistema di rivelazione e spegnimento incendi indipendente sia per la Centrale che per il CED. In questo caso fare i conti è un po’ meno immediato ma fortunatamente il calcolo l’abbiamo già fatto noi: oltre un milione di euro per gestire una simile struttura, con tutte le responsabilità del caso e senza scalabilità.

Ha senso sostenere un tale impegno? O è meglio lavorare in outsourcing con esperti del settore in grado di garantire il livello di servizio richiesto e supporto professionale su tutta la catena del valore?

Quello che sta accadendo non è un semplice adeguamento tecnico normativo ma un vero proprio cambio di paradigma.

D’ora in poi il livello di sicurezza richiesto è tale che in Mozzanica abbiamo deciso di eliminare il nostro tradizionale servizio di reperibilità – prestazione che, assieme alla competenza e dotazione tecnica, determina la qualità di un fornitore di manutenzione antincendio – e sostituirlo con quello garantito da una centrale operativa conforme alla UNI CEI 50518. Una centrale come la nostra non solo mette a disposizione un’infrastruttura che ricerca in maniera efficace le squadre aziendali addette ad intervenire ma, qualora queste non fossero raggiungibili o l’incendio richiedesse l’intervento dei Vigili del Fuoco, assicura che questi vengano attivati.

C’è di più: le procedure adottate da una centrale conforme alla UNI CEI 50518 consentono un elevata discriminazione tra emergenze reali e falsi allarmi. Questo presenta due vantaggi:

  • I Vigili del Fuoco possono adottare procedure di verifica del falso allarme più snelle e ridurre i tempi di intervento;
  • nel caso in cui, un falso allarme “buchi” il filtro e attivi una chiamata di emergenza, l’azienda può dimostrare, comunque, di aver messo in atto tutto ciò che lo stato dell’arte consente per evitare un’uscita a vuoto dei soccorsi, proteggendola così dalla denuncia di “procurato allarme”.

Mozzanica, ancora una volta first mover nel mercato dell’antincendio, ha potuto integrare facilmente questa tecnologia perché da anni ormai ha messo in campo un servizio di monitoraggio – See.iT – basato sulla tecnologia IoT.

Il nuovo servizio di centrale operativa UNI CEI 50518, combinandosi con le potenzialità di See.iT permette di osservare nel dettaglio, automaticamente e da remoto, ciò che accade a monte del sistema certificato di riporto allarmi.

Per tornare alla favola di Esopo, non solo siamo in grado di sentire il grido d’allarme e capire se c’è davvero il lupo o è un altro degli scherzi del buontempone ma, grazie a See.iT, conosciamo lo stato di salute di ogni singola pecora del gregge.

Ovviamente, il sistema consente di rispettare la privacy degli ovini e dei pastori.

Fuor di metafora, la combinazione di See.iT e del servizio di Centrale Operativa è conforme non solo alla normativa in materia di antincendio e sicurezza (dal D.Lgs. 81/08 alla UNI 9795 passando per il capitolo S.5 relativo alla gestione della sicurezza antincendio, del Codice Prevenzione Incendi) e di responsabilità amministrativa d’impresa (D.Lgs 231/01), ma rispetta tutti i requisiti richiesti dal GDPR.

In particolare, la Centrale Operativa che Mozzanica mette a disposizione dei propri clienti rispetta sia la norma UNI CEI EN 50518, sia la ISO/IEC 27001-2013, offrendo elevatissimi livelli di security fisica e cybersecurity.

Qualsiasi sia la soluzione adottata, in ogni caso, per essere davvero conforme alle normative cogenti, non può che essere sistemica. In altre parole deve garantire che sull’impianto si sia in grado di intervenire tempestivamente, in funzione del bisogno.

Molti sistemi infatti falliscono nell’ultimo miglio perché sono gestiti da professionisti della vigilanza che, però, non hanno tra le loro competenze la gestione antincendio o, viceversa, specialisti antincendio, per così dire “analogici”.

Maggiore è il numero degli attori e minore il livello di integrazione, più alto è il rischio che il ciclo non si chiuda e l’informazione, specialmente di guasto o inefficienza, non si traduca in un concreto intervento impiantistico o gestionale.


UNI 9795 5.5.3.2: la normativa sui sistemi automatici fissi di rivelazione e segnalazione di allarme incendio

 

Quando la centrale non è sotto costante controllo da parte del personale addetto, deve essere previsto un sistema di trasmissione tramite il quale gli allarmi di incendio e di guasto e la segnalazione di fuori servizio sono trasferiti ad una o più centrali di ricezione allarmi e intervento e/o luoghi presidiati, dalle quali gli addetti possano dare inizio in ogni momento e con tempestività alle necessarie misure di intervento.

Il collegamento con dette centrali di ricezione allarmi e intervento deve essere tenuto costantemente sotto controllo, pertanto i dispositivi impiegati devono essere conformi alla UNI EN 54-21.

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