Autore Gianfranco Rocchi | Chief Communication Officer | 06 Agosto 2020 |
Gianfranco Rocchi: Un soggetto idoneo all'acceso ad un ambiente protetto da un sistema a riduzione di ossigeno per scopi antincendio è comunque soggetto al rischio dell'ipossia; quale atteggiamento deve tenere?
Alessandro Zaniboni: La progressione dei sintomi dell’ipossia in un ambiente sotto-ossigenato è relativamente lenta perché non si manifestano le condizioni di un soffocamento acuto. Pur essendoci tuttavia una fase di adattamento questa ha dei limiti e se la situazione progredisce la persona comincerà a sentirsi confusa, avere una minore coordinazione motoria ed una difficoltà ad eseguire azioni anche semplici (ovviamente in modo progressivo). Dai primi sintomi di malessere, in funzione della quantità di ossigeno a disposizione, l’aggravamento può essere più o meno veloce ma in ogni caso la persona ha il tempo di prendere dei provvedimenti, essenzialmente ritornando ad un ambiente in cui la quantità di ossigeno è normale. Difficile immaginare effetti acuti improvvisi a meno che la persona non abbia delle patologie pregresse valutate in fase di idoneità preliminare.